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Intelligenza emotiva per una migliore salute mentale

Potenziare l’intelligenza emotiva ci consente di gestire le sfide quotidiane in modo più efficace. Inoltre ci aiuta a migliorare le nostre relazioni interpersonali, favorendo il nostro benessere individuale e collettivo.

Se non riusciamo a comprendere le nostre emozioni, a sentirci a nostro agio con esse e/o a gestirle in modo costruttivo, avremo anche difficoltà nello sperimentare relazioni sociali adeguate. Questo a sua volta può farci sentire persone sole e isolate, aggravando ulteriormente eventuali problemi di salute mentale.

Vista l’importanza che l’intelligenza emotiva ha per il nostro benessere, in questo breve post ti invitiamo a conoscerla e a scoprire qualche idea in più per migliorarla.

Cos’è l’intelligenza emotiva?

I Pionieri dell’Intelligenza Emotiva sono stati Salovey e John Meyer. Il concetto si è ampiamente diffuso grazie al best seller del 1995 di Daniel Goleman: “Emotional intelligence”.

I vari Autori e le varie Autrici considerano l’intelligenza emotiva come una componente dell’intelligenza. Si tratta di un elemento che riguarda il modo in cui percepiamo, comprendiamo e regoliamo le nostre e altrui emozioni, per guidare il nostro pensiero e il nostro comportamento.

A sua volta, l’intelligenza emotiva può essere definita dai quattro aspetti che seguono.

  1. Autogestione: essere in grado di regolare sentimenti e comportamenti impulsivi, gestire le proprie emozioni in modo sano, prendere l’iniziativa, mantenere gli impegni e adattarsi alle mutevoli circostanze.
  2. Consapevolezza di sé: riconoscere le proprie emozioni e il modo in cui influenzano i propri pensieri e il proprio comportamento. Conoscere i propri punti di forza e di debolezza emotivi, in modo da avere fiducia in sé.
  3. Consapevolezza sociale: essere in grado di provare elevati livelli di empatia. Ciò allo scopo di comprendere le emozioni, i bisogni e le preoccupazioni delle altre persone, cogliendo i loro segnali emotivi. Questo aspetto aiuta anche a sentirsi a proprio agio socialmente e riconoscere le dinamiche di potere in un gruppo o un’organizzazione.
  4. Gestione delle relazioni: sapere come sviluppare e mantenere buone relazioni, comunicare chiaramente, ispirare e influenzare gli altri, lavorare bene in squadra e gestire i conflitti.

Quale impatto ha l’Intelligenza Emotiva nelle relazioni e nella vita?

In generale, una buona intelligenza emotiva ci consente di gestire meglio lo stress, prendere decisioni più consapevoli, stabilire relazioni più profonde e significative, lavorare in modo efficace con gli altri e perseguire i nostri obiettivi con determinazione.

Per questo, l’intelligenza emotiva è un elemento chiave, perché influisce su ogni aspetto della nostra vita personale e relazionale. La salute e la salute mentale, infatti, non sono aspetti esclusivamente individuali. Sono in relazione con numerosi aspetti della vita, come il lavoro, gli affetti, la capacità di divertirsi, ecc.

In particolare, l’intelligenza emotiva ci consente di stabilire legami più forti e significativi con le altre persone. Quando ben sviluppata, ci aiuta ad avere buone comunicazioni, favorendo la comprensione reciproca. Inoltre, ci aiuta a regolare in modo adeguato l’empatia e le nostre emozioni, favorendo la creazione di un clima positivo e di fiducia nelle relazioni interpersonali.

Tutto ciò ha ripercussioni sia in ambito personale che professionale. Quando ben sviluppata, infatti, l’intelligenza emotiva ci aiuta a gestire i conflitti in modo costruttivo, anziché con odio e rancore. Inoltre, consente di lavorare in modo più efficace in team, negoziando con successo soluzioni che hanno a cuore il proprio e l’altrui benessere.

Per le ragioni finora viste, l’impatto dell’intelligenza emotiva sulla nostra esistenza è molto esteso. Per questo è importante che la nostra intelligenza emotiva raggiunga una maturità elevata, in modo da avere un ruolo positivo nella nostra vita.

Come coltivare la propria Intelligenza Emotiva per il proprio benessere?

Coltivare l’intelligenza emotiva sin dalla giovane età è di fondamentale importanza per il benessere individuale e la salute mentale. Tuttavia, anche se l’ambiente di vita e le esperienze giovanili non hanno dato un buon contributo, è possibile migliorare la propria intelligenza emotiva a tutte le età.

Un buon lavoro da fare include la pratica della consapevolezza, che ci permette di osservare le nostre emozioni senza giudizio, e l’adozione di uno stile di vita salutare. Ciò deve comprendere anche una dieta equilibrata, esercizio fisico regolare e un sonno sufficiente per quantità e qualità.

A livello generale, quindi, un prima cosa che si può fare è valutare se nella propria vita si sta facendo attenzione ad aspetti salutari o ci si sta trascurando, provando a migliorare senza colpevolizzarsi. Se non si riesce a farlo in autonomia, si può sempre chiedere aiuto.

Nello specifico, invece, si possono attuare strategie che si collegano con i 4 aspetti dell’intelligenza emotiva che abbiamo visto sopra. Vediamone alcune.

1. Autogestione

Per pontenziare questo aspetto, pensa a un momento al tuo stress e poniti alcune domande.

  • Che ruolo ha lo stress nella mia vita?
  • Tende ad essere eccessivo?
  • Riesco a gestirlo considerando le mie emozioni?
  • Riesco a pensare in modo chiaro e a valutare le mie e le altrui emozioni quando provo un forte stress?

Se noti che lo stress ti mette in difficoltà, probabilmente hai bisogno di migliorare il modo in cui lo gestisci. Su come fare non ci dilunghiamo ma, se hai bisogno, ti proponiamo l’ebook liberamente scaricabile: Un aiuto gratuito per gestire lo stress.

2. Consapevolezza di sé.

Se nell’infanzia le tue emozioni erano considerate da chi si prendeva cura di te, trovavando risposte adeguate, è probabile che oggi siano diventate risorse preziose nella tua vita adulta. Ma se le tue esperienze emotive erano confuse, minacciose o dolorose, senza ricevere risposte adeguate, è probabile che tu abbia cercato di distanziarti da ciò che senti emotivamente.

Quindi, prova a fare attenzione alla connessione che hai con le tue emozioni e poniti alcune domande.

  • Mi rendo conto quando le emozioni provocano tensioni durature sul mio corpo?
  • Provo sentimenti ed emozioni individuali, come rabbia, tristezza, paura e gioia, e me le riconosco anche nelle espressioni facciali?
  • Riesco a provare emozioni intense e rigeneranti?
  • Presto attenzione alle mie emozioni?
  • Considero le mie emozioni quando prendi decisioni importanti?

Se qualcuna di queste esperienze non ti è familiare, potresti aver “rifiutato” o “spento” le tue emozioni. Di tanto in tanto, riconsidera queste domande e prova a fare attenzione maggiormente alle tue emozioni.

3. Consapevolezza sociale.

La consapevolezza sociale consente di riconoscere e interpretare i segnali che le altre persone utilizzano per comunicare. Questi segnali aiutano a “sentire” lo stato emotivo delle altre persone.

La consapevolezza sociale richiede la tua presenza nel momento.

Anche se molte persone tendono ad essere orgogliose della propria capacità di multitasking, bisogna imparare a fermarsi. Seguire il flusso delle risposte emotive di un’altra persona è un processo che richiede di prestare attenzione anche ai cambiamenti nella propria esperienza emotiva, riducendo le interferenze, e possibilmente guardandosi.

Quindi, se non lo fai già, per migliorare la tua consapevolezza sociale, nei momenti importanti impara a fare una cosa alla volta. Dedica la tua attenzione a ciò che conta, senza frammentarla tra diversi compiti.

4. Gestione delle relazioni.

Se non lo fai già, impara ad usare l’umorismo e il gioco, senza offendere o prendere in giro le altre persone.

L’umorismo, le risate e il gioco sono antidoti naturali per lo stress. Riducono i tuoi fardelli e ti aiutano a mantenere le cose in una prospettiva adeguata. La risata riporta in equilibrio il tuo sistema nervoso, riducendo lo stress, calmandoti, affinando la tua mente e rendendoti più capace di elevati livelli di empatia. Quando condiviso, l’umorismo e il gioco produce tali effetti anche nelle altre persone che partecipano.

Inoltre, se non lo fai già, impara a vedere il conflitto come un’opportunità naturale.

Due o più persone non possono avere sempre gli stessi bisogni, opinioni e aspettative. Quando si genera un conflitto, quindi, non deve essere necessariamente una cosa negativa. Se si impara percepirlo come funzionale, anziché minaccioso, punitivo o competitivo, il conflitto favorisce la libertà, la creatività e la sicurezza nelle relazioni.

Se valorizzato, il conflitto è spesso necessario per avvicinarti alle altre persone e crescere insieme a loro.

Cos’altro si può considerare per migliorare la propria intelligenza emotiva?

Oltre a tutto quello che è stato considerato, per migliorare la propria intelligenza emotiva ci sono numerosi elementi e esperienze da vivere, che è impossibile considerare in un post così sintetico. Può essere importante, però, ricordarsi che non dobbiamo necessariamente affrontare tutto in solitudine. Anzi!

Come esseri sociali beneficiamo maggiormante di esperienze di apprendimento fatte insieme ad altre persone.

Quindi, possiamo beneficiare dell’aiuto di un/a professionista, come una/o psicologo, sia con lavori individuali che in gruppo.

Rispetto a quanto si può fare in autonomia, un lavoro sull’intelligenza emotiva supportato da un aiuto professionale può essere fatto in modo più veloce, efficace e soddisfacente. Questa scelta può essere particolarmente utile, soprattutto se si stanno già sperimentando forme di disagio e malessere emotivo.

RIFERIMENTI

GOLEMAN D. (1997). Intelligenza emotiva. Milano: Rizzoli.

GILAR-CORBI, R., POZO-RICO, T., SÁNCHEZ, B., & CASTEJÓN, J.-L. (2019). Can emotional intelligence be improved? A randomized experimental study of a business-oriented EI training program for senior managers. PLOS ONE, 14 (10), e0224254. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0224254

JIMÉNEZ-PICÓN, N., ROMERO-MARTÍN, M., PONCE-BLANDÓN, J. A., RAMIREZ-BAENA, L., PALOMO-LARA, J. C., & GÓMEZ-SALGADO, J. (2021). The Relationship between Mindfulness and Emotional Intelligence as a Protective Factor for Healthcare Professionals: Systematic Review. International Journal of Environmental Research and Public Health, 18 (10), 5491. https://doi.org/10.3390/ijerph18105491

SALOVEY, P., & MAYER, J. D. (1990). Emotional Intelligence. Imagination, Cognition and Personality, 9(3), 185-211. https://doi.org/10.2190/DUGG-P24E-52WK-6CDG