Quante volte incontriamo difficoltà nel dire di no? Quelle volte in cui ci riusciamo sperimentiamo notevole difficoltà? Vuol dire che manchiamo di assertività.
Molto spesso quando ci si trova a rifiutare intervengono alcuni pensieri ad impedirlo.
Tra questi:
-“Se dicessi di no l’altro potrebbe sentirsi rifiutato o ferito”;
-“I miei bisogni non sono importanti come quelli degli altri“;
-“Se la persona mi ha fatto una richiesta deve essere qualcosa di molto importante, visto che io non chiederei nulla se non fosse essenziale”;
-“Se dico di no questa volta non mi vorranno più”;
-“Se dico di no adesso non mi chiederanno più nulla”;
-“Loro mi hanno detto di si, perciò non posso dire di no”;
questo avviene perché ci si sente obbligati a manifestare benevolenza, cordialità disponibilità, anche quando l’atteggiamento interiore è diverso. Le difficoltà ad esercitare il diritto a dire di no ad una richiesta sembrano essere connesse a condizioni di natura educativa e sociale che portano a sentirci in colpa o non accettati quando esprimiamo con autenticità determinati pensieri e sentimenti. D’altra parte, dire di si quando si vorrebbe dire di no può portare, a lungo andare, ad una sorda ostilità verso coloro che avanzano richieste nei nostri confronti.
COME CI SI DIFENDE DA QUESTI PENSIERI?
Quando si attuano pensieri di questo tipo la persona dice di si anche quando vorrebbe dire di no, oppure preferisce usare l’espressione “non posso” adducendo scuse non veritiere anziché dire “non voglio”. Peraltro, è molto più facile che una persona insista e continui a fare la sua richiesta di fronte a un “NON posso” piuttosto che a un “non voglio”. Allo scopo di salvaguardare la positività delle relazioni è, tuttavia, importante utilizzare modalità opportune e rispettose per dire no. Innanzitutto, nel rifiutare una richiesta occorre valutare la ragionevolezza o meno della richiesta stessa. Se la richiesta fosse ragionevole è bene accompagnare il rifiuto con un’espressione di scusa. Ad esempio, alla richiesta di un’uscita da parte di un amico, un adolescente potrebbe rispondere: “Mi spiace, non posso. Ho promesso di badare alla mia sorellina stasera”. Se, al contrario, la richiesta non fosse ragionevole, pur ammettendo il bisogno dell’altro, è bene esprimere un chiaro no senza bisogno di scusarsi o giustificarsi, come “ capisco che vorresti trascorrere il fine settimana con me, ma non voglio”. Se la persona dovesse insistere con la sua richiesta è importante restare fermi nel proprio no:”ho detto di no, ti prego di non insistere”.
In sintesi:
- iniziare la risposta con un chiaro no;
- non giustificarsi ma, al contrario, fornire le ragioni del proprio rifiuto quando ciò è opportuno;
- ricordarsi di avere il diritto di dire di no;
- una volta rifiutata la richiesta cambiare argomento e non aspettare di essere persuasi;
- in caso di incertezza, cercare altre informazioni.
Questa capacità si chiama ASSERTIVITA’.
ASSERTIVITA’
L’assertività implica la capacità di una persona di riconoscere le proprie esigenze e di affermarle, esprimendole, all’interno del proprio ambiente, con buone probabilità di raggiungere i propri obiettivi e di mantenere, al contempo, una positiva relazione con gli altri.
Il termine assertività, include la capacità di una persona di agire nel proprio migliore interesse, di difendersi senza ansietà eccessiva, di esprimere sentimenti a proprio agio, di esercitare i diritti personali senza danneggiare i diritti degli altri.
I capisaldi del comportamento assertivo includono:
- Agire nel proprio migliore interesse significa capacità di assumere decisioni di vita, prendere iniziative, porsi degli obiettivi e lavorare per raggiungerli.
- Difendersi significa capacità di dire di no, porre dei limiti al proprio tempo e alla propria energia, rispondere alle critiche, aggressioni, rabbia, esprimere o appoggiare o difendere la propria opinione.
- Esprimere sentimenti a proprio agio significa capacità di essere in disaccordo, mostrare rabbia, affetto, amicizia, ammettere paura o ansia, esprimere accordo o sostegno, essere spontanei, senza sperimentare una spiacevole ansia.
- Esercitare i propri diritti personali significa la capacità di esprimere opinioni, lavorare per cambiare, rispondere alle violazioni dei propri diritti o di quelle altrui.
- Non negare i diritti degli altri significa evitare aggressioni, insulti, intimidazioni, manipolazioni, controllo del comportamento altrui.
(https://web.archive.org/web/20120301145643/http://ccserver4.ad.uiuc.edu/?page_id=187)
Bibliografia
“La promozione delle capacità sociali, lineamenti teorici.” M. Becciu A.R.Colasanti. 2004, Franco Angeli.