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I disagi psico-sociali dell’obeso

L’obesità può essere considerata a tutti gli effetti, la pandemia del terzo millennio.

In Europa ci sono 14 milioni di bambini in soprappeso e 3 milioni di piccoli obesi.

In Italia circa 5 milioni della popolazione complessiva risulta essere obesa di cui 1 milione e seicentomila lo è in forma grave, vale a dire che supera di almeno il 60% il proprio peso forma.

Le cause di questo fenomeno sono attribuibili solo all’1%  a patologie organiche quali disfunzioni endocrine etc. Mentre nei restanti casi le cause sono attribuibili perlopiù, all’eccessiva e scorretta alimentazione ed alla scarsa attività motoria.

Ovviamente le abitudini alimentari cambiano molto da un ambiente culturale adIn tavola arrivano soprattutto carne e cibi confezionati? Quasi certamente chi vive in un paese ricco del Nordeuropea o del Nord America deve stare attento ai chili di troppo. Se il pasto è a base solo di cereali e legumi probabilmente si abita in un paese in via di sviluppo e si ha il problema opposto, quello che gli esperti chiamano malnutrizione per difetto. Se invece si mangiano molta frutta e verdura fresche, pesce e derivati del grano, come pane e pasta, conditi con grassi vegetali, vuol dire che ci si affaccia sul Mediterraneo e che si può contare su una dieta abbastanza equilibrata.

La globalizzazione è arrivata da tempo anche in cucina, ma non ha annullato le differenze tra le tavole imbandite ai quattro angoli del pianeta. Nonostante la capacità di penetrazione delle multinazionali alimentari, ci sono tradizioni che resistono. In qualche caso per scelta consapevole di chi fa la spesa, più spesso perché chi fa la spesa non ha abbastanza soldi per poter scegliere: quando, come succede in Mali, con venti euro si devono sfamare per una settimana quindici persone.

Anche all’interno di uno stesso paese si mangia in modo molto diverso. Se poi il paese in questione ha le dimensioni, la popolazione e il divario sociale della Cine odierna… Il libro Hungry Planet descrive le abitudini alimentari di due famiglie cinesi: i Dong, di Pechino e i Cui, che vivono nel villaggio di Weitaiwu, a est della capitale. Distano appena cento chilometri, eppure la differenza tra le due tavole si nota, eccome. “La famiglia di Pechino ha introdotto in cucina cibi estranei alla tradizione locale, per esempio il pane francese, consuma più prodotti industriali, più bevande gassate e cibi prodotti dalle multinazionali” osserva Vienna. “E infatti i suoi componenti sono un po’ più grassottelli dei signori Cui, la cui dieta poggia ancora sui prodotti del campo. Ma c’è anche un altro elemento: nell’appartamento di Pechino ci sono i termosifoni. Chi vive in ambienti riscaldati brucia meno grassi: il 10 per cento del fabbisogno energetico del nostro organismo, infatti, se ne va nella termoregolazione”. Insomma se nelle nostre case facesse un po’ più freddo consumeremmo il 10 per cento in più di calorie.

Altre andrebbero in fumo se no fossimo così sedentari. Ma il paradosso alimentare dell’Occidente è che ci si nutre con cibi sempre più energetici proprio mentre il nostro corpo di energie ne consuma sempre meno. Il risultato è il soprappeso o, nel peggiore dei casi, l’obesità. “La conferma arriva da un bellissimo studio italiano durato quarant’anni e condotto a Rofrano, un paesino nel Parco del Cilento”racconta Vienna. “In questo lungo periodo è stata monitorata l’alimentazione degli abitanti e si è visto che, pur mangiando meno e più prodotti industriali, il contenuto energetico non è cambiato moltissimo. Eppure negli ultimi anni sono aumentate significativamente le persone in soprappeso e c’è stato qualche caso di obesità. La spiegazione è che la popolazione di Rofrano ha cambiato stile di vita ed oggi è ancor più sedentaria che in passato.

Insomma non è tanto la conversione al cibo industriale a creare problemi, quanto l’uso che se ne fa. E’ il caso delle merendine, che abbondano anche sulla tavola della signora Manzo. Una volta erano le mamme a produrre la merenda, spalmando burro e marmellata su una fetta di pane ora ai bambini si dice prendi la merendina che però sta in una confezione da dieci. E fare il bis diventa una tentazione fortissima. Ma dentro cosa c’è? “Il singolo pezzo contiene tutto quello di cui un bambino ha bisogno” risponde il nutrizionista. “Le aziende alimentari sono ormai attentissime a questin aspetti, ne va della loro immagine sul mercato”.

Eppure proprio dall’industria arriva un nuovo “attentato” alla nostra linea. La Confederazione delle imprese agroalimentari europee, la Ciaa, a inizio estate ha presentato alla Commissione europea le sue “Raccomandazioni”in vista dell’adozione di un’etichetta nutrizionale unica per tutto il continente. Un’etichetta che dovrebbe comparire sui cibi confezionati per aiutare i consumatori ad orientarsi tra calorie e proteine. Il problema è che con un artificio matematico la Ciaa consiglia 2500 calorie al giorno per gli uomini e 2000 per le donne. Troppe: con cifre così alte, visto che siamo sedentari, finiremo per ingrassare tutti. 

Allo scopo di conoscere l’orientamento dell’opinione pubblica sul problema obesità e sulle sue cause, nel 2007 abbiamo somministrato un questionario d’opinione ad un campione di 217 soggetti, di età variante fra i  20 e i 65 anni,  residenti fra la regione Lazio e la regione Campania.

I risultati del sondaggio sono stati i seguenti:

Dai dati emersi si può evincere come sia stata data eccessiva importanza ai fattori endocrini come causa dell’obesità. Contemporaneamente, però molta significatività è stata data anche ai fattori psicologici, ai comportamenti alimentari ed alla scarsa attività motoria. 

Complessivamente il campione ha espresso un certo ottimismo nel poter risolvere il problema attraverso il cambiamento delle abitudini comportamentali, tramite anche un intervento di tipo psico-sociale.

I PROBLEMI QUOTIDIANI DELL’OBESO

E’ necessario premettere che nella maggior parte dei casi il sovrappeso, nella vita di tutti i giorni, non crea particolari problemi se non talvolta, psicologici.

Quando si entra, invece, nell’ambito dell’obesità di grado elevato, sono molteplici i problemi che emergono anche nella vita quotidiana, rendendo difficile fare cose che la maggior parte di noi svolge con facilità e naturalezza.

E’ noto che questo problema spesso affligge le persone indipendentemente dal peso ma quando vi è un eccesso di massa corporea la vita diventa veramente scomoda.

Le camicie, le calze e la biancheria intima sono le prime ad impregnarsi di sudore, talvolta anche a riposo e con temperatura ambientale nella norma.

E’ possibile attenuare questo sgradevole problema utilizzando capi d’abbigliamento ampi ed evitando che il tessuto aderisca, specie in prossimità delle pliche cutanee, in particolar modo nelle regioni inguinali e nelle ascelle.

La qualità del tessuto deve essere la più pura possibile; sono da bandire capi semi sintetici o peggio, sintetici.

Nella società ad alto livello culturale-economico, l’obesità rappresenta una condizione di normalità fisica.

Negli stati Uniti, dove la metà della popolazione è in soprappeso e un terzo è francamente obesa, l’individuo vive in una situazione rilassata nelle proprie attività sociali e non tende proprio a mimetizzarsi; passeggia tranquillamente in pantaloni corti mangiando serenamente un gigantesco gelato e non si sente né in colpa né oggetto di derisione e curiosità.

La cultura mediterranea, pur privilegiando fattori estetici legati all’opulenza, tende invece a seguire i modelli imposti dai mass-media, che in realtà rappresentano l’eccezione, e talvolta ironizza sugli eccessi di peso.

Il soggetto obeso in Italia tende, come del resto quasi tutti, ad adeguarsi agli schemi che la società gli impone, mimetizzando le proprie dimensioni con gli abiti lunghi, prediligendo abiti scuri, chiusi,a tinta unita, utilizzando accessori vistosi per deviare l’attenzione verso punti periferici dove meno evidente appare la condizione di obesità.

Ma è proprio nell’abbigliamento che la persona obesa incontra le difficoltà maggiori.

Alcuni accessori o capi sono introvabili se non a prezzi elevati o solo su misura, sempre con costi elevatissimi.

Eppure l’obesità in Italia rappresenta una vasta nicchia di mercato non ancora valutata adeguatamente dal punto di vista commerciale.

L’abbigliamento è uno degli elementi essenziali per la vita relazionale di ogni individuo.

Per le taglie classiche vi è una scelta infinita per qualità, prezzo e varietà, ma quando si cerca qualcosa di più ampio si incontrano gravi limitazioni.

Sono infatti pochi i negozi con disponibilità di grandi taglie e, spesso, solo nelle grandi città.

Per chi non sia soltanto in soprappeso, ma sia francamente obeso,spostarsi rappresenta uno dei maggiori impegni.

Non ci si rende conto quale sia la difficoltà che si incontra nei movimenti in queste condizioni: provate ad immaginare di avere il vostro amato figlio o nipotino sulle spalle per 24 ore; non resisterete a lungo.

Un uomo con molto spirito ed altrettanta mole affermò una volta che quando si alzava aveva la sensazione che le sue ossa si muovessero ma che il suo corpo non lo seguisse.

Di solito una persona notevolmente obesa, man mano che incontra difficoltà, tende ad isolarsi e a strutturare la sua casa attenuando, per quanto possibile, i problemi circondandosi di arredi che rendono meno disagevole la quotidianità.

Se questo può risultare semplice in alcune cose, per altre, spesso non c’è rimedio. Come è facile constatare, nella maggior parte dei divani e delle poltrone l’altezza da terra è troppo bassa e la seduta troppo morbida rendendo proibitivi i movimenti anche per una persona anziana. I grandi obesi in Italia sono quasi 2 milioni e le persone sopra i sessant’anni sono più di 17 milioni.

Le sedie specie con i braccioli, risultano spesso troppo strette così come le sedie da giardino e le sdraio; un vero incubo!

I costruttori dovrebbero considerare un’ altezza ottimale di seduta ed adeguare i prodotti alle reali necessità oltre che ad una solidità strutturale che infonda la sicurezza di reggere il peso e permetta agevolmente di rialzarsi.

I letti presentano strutture che nella maggior parte dei casi possono reggere grossi pesi, anche se nelle reti a doghe non è indicata la tolleranza al peso e, talvolta, capita capita che alcune si rompano. Nelle reti metalliche si può con il tempo deformare la struttura rendendo la posizione di riposo poco fisiologica. Analogo problema per i materassi con tanti tipi e troppa varietà di prezzi per permettere al profano una giusta scelta. Eppure il letto rappresenta il luogo dove si trascorre circa un terzo della nostra vita: per qualcuno anche di più!

Le dimensioni del wc e del bidet presentano spesso incongruenze scomode: sono troppo bassi o troppo stretti oppure sono posizionati troppo vicini.

Le docce hanno piatti di 60 o 70 cm, ed impediscono un accesso agevole quando presentino porte a soffietto o ante scorrevoli.

Gli standard edilizi dei luoghi pubblici prevedono talvolta aree di transito larghe solamente 60 cm.

Negli appartamenti le porte sono quasi totalmente con apertura a compasso con larghezza di 70 cm per l’accesso nelle camere per l’accesso e solo di 60 cm per l’accesso a bagni o stanzini.

Attualmente nella fase di progettazione possono essere impiegate porte scorrevoli che rendono più agevole ed ampio il passaggio. Spostarsi è piuttosto difficile per centinaia di migliaia di persone che sono comunque obbligate a farlo. Per molti casi anche semplicemente entrare in ascensore può essere molto difficile o addirittura impossibile.

E’ difficile servirsi dei mezzi pubblici, cosa purtroppo obbligatoria per moltissime persone.

Negli affollati autobus non è facile salire o scendere per l’eccessiva altezza degli scalini e, una volta saliti, diviene difficile trovare una collocazione idonea. I sedili sono a norma larghi solo 40 cm e quando non vi sia posto a sedere si incontrano notevoli difficoltà per l’eccessiva altezza degli appigli che, nei convulsi movimenti del traffico, fanno da perno di rotazione rendendone scomodo l’uso. I treni rappresentano per molti una delle barriere architettoniche più diffuse. Gli scalini presentano altezze da scalata ed i servizi igienici hanno difficoltà di accesso e spazi insufficienti ai movimenti. I moderni treni presentano ancora gravi malagevolezze nell’uso dei servizi igienici, soprattutto per la scomodissima posizione dei wc per chi abbia delle limitazioni. Nelle metropolitane, banche, uffici pubblici, mense etc. esiste il problema delle barriere rotanti per chi presenta grosse circonferenze corporee. I viaggi aerei propongono grosse problematiche di spazio specie in classe economica. La soluzione è rappresentata dall’acquisto di un biglietto di classe superiore o di due posti adiacenti, oppure dare imbarazzo ai compagni di viaggio.

E’ auspicabile che le compagnie aeree prevedano delle soluzioni. Negli Stati Uniti, dove il soprappeso interessa il cinquanta per cento della popolazione e l’obesità di vario grado il trentacinque per cento; le compagnie aeree si sono dimostrate sensibile aumentando di circa 7 cm la lunghezza dei sedili.

Anche per quanto riguarda l’uso dell’auto l’obeso trova enormi difficoltà: fino a pochi anni fa era costretto a servirsi esclusivamente di auto di grosse dimensioni con costi elevatissimi. Attualmente c’è una soluzione, grazie alla ricerca ergonomia che ha permesso la costruzione di auto più idonee a chi non abbia molta agilità.

E’un’avventura recarsi in un ristorante ove le incognite sono molteplici: sedie, bagni,spazio tra i tavoli etc.

Cinema e teatri sono prevedibile nelle loro limitazioni per le insufficienti poltrone, quasi tutte con 40 cm di larghezza.

Volendo esprimere una considerazione prettamente commerciale, si rimane stupiti di fronte ad una frenetica ricerca di un mercato che ignora le molteplici e concrete necessità di migliaia di persone, quindi potenziali clienti.

E’ necessario addentrarsi in questo difficile argomento considerando le attività socializzanti.

Quasi ogni persona obesa intervistata ha affermato come senta il proprio problema e quante più persone lo condividano.

Quando l’obesità è di grado elevato la quasi totalità sfugge le occasioni di incontro, isolandosi sempre di più.

Molte di queste persone sarebbero disponibile ad incontrarsi, a viaggiare, a svolgere attività sportive se si tenessero presenti queste loro potenzialità.

Molte persone obese intervistate affermano che si recherebbero volentieri in palestra o in piscina se vi fossero orari riservati.

Anche questa rappresenta un’ampia area di mercato che non è tenuta presente perché i dati reali dell’obesità sono sotto stimati o, meglio, sconosciuti.

La maggior parte delle persone intervistate, variamente rappresentate, si è dimostrata incredula nell’apprendere come la frequenza statistica di incidenza dell’obesità in Italia sia quasi sovrapponibile a quella degli Stati Uniti.

Negli ospedali dovrebbero esserci bilance capaci di misurare oltre i 140 kg e le apparecchiature TAC o RMN devono poter accogliere utenti di peso molto elevato o fuori misura, cosa che al momento non è possibile, anche se il diritto alla salute deve essere garantito a tutti, anche alle minoranze, oltretutto anche scarse.

Forse nessuno sa che l’apparecchio della TAC può sopportare  di solito un peso fino a 150 kg e che quello per la risonanza magnetica è troppo stretto per rischiare di farvi entrare un grave obeso!

Abbiamo constatato come l’obesità anche grave sia molto più diffusa di quanto sembri perché in Italia è sommersa per motivi cautelari, di riserbo e di dignità umana e sociale.

Molti non li incontriamo nella vita di tutti i giorni come invece accade negli Stati uniti.

Da noi sono oggetto anche di emarginazione sociale e di discriminazione lavorativa.

Non trovano lavoro ma non hanno i requisiti per essere considerati invalidi a causa di normative che appaiono anacronistiche.

Vi sono casi di giovani del peso di oltre 150 kg, malati obiettivamente, non ritenuti invalidi, ma neanche protetti né aiutati socialmente in alcun modo.  La realtà dimostra come siano molti di più di quanto si possa immaginare e come siano socialmente soli.